Beni paleontologici

I beni paleontologici sono oggetto di tutela ai sensi della normativa vigente (Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 10, comma 4, lett. a) e successive modifiche). Pertanto, anche in relazione a tali beni, la Soprintendenza esercita compiti di tutela e valorizzazione.
Svolge principalmente attività di studio dei beni paleontologici, i resti fossili di animali e vegetali che hanno popolato i mari e le terre emerse a partire dalle prime forme di vita apparse sulla terra. La Sardegna è infatti ricca di testimonianze, a partire dal Paleozoico (540 milioni di anni fa) fino al Pleistocene superiore (10 mila anni fa).La conoscenza dei fossili permette la ricostruzione dell’evoluzione delle specie, dei paleo-ambienti e della paleo-geografia, e la datazione di formazioni rocciose sedimentarie.
L’attività di ricerca e valorizzazione è svolta in collaborazione con varie Università, divulgando ai vari livelli la conoscenza dei beni paleontologici.
Tra i siti oggetto di studio la Grotta Corbeddu, nel territorio di Oliena, e il monte Tuttavista presso Orosei. In relazione a quest’ultimo la scoperta, nel 1995, di un importamene giacimento paleontologico ha consentito la conoscenza di una notevole quantità di reperti che documentano un periodo compreso tra il Plio-Pleistocene inferiore (2 milioni di anni fa) e il Pleistocene superiore (10 mila anni fa). Alcuni tra i resti fossili più significativi sono esposti nella sezione paleontologica del Museo Archeologico Nazionale di Nuoro.
Tra i progetti realizzati, di particolare rilievo il Parco Paleobotanico dell’Anglona, comprendente i comuni di Perfugas, Martis, Bulzi e Laerru, in cui sono presenti resti di piante fossili riferibili al Miocene (23 milioni- 8 milioni di anni fa).